Crescerà sempre di più la mappa dei terrazzamenti che ritornano a vivere in Costiera amalfitana. Tramonti e Scala, i due comuni rurali, abbracciano il progetto del Re Fiascone, il pomodoro ritrovato che da tre anni sta di nuovo ricrescendo su quella stessa terra che ha visto fino agli anni ’50 colorarsi di “rosso”. L’appuntamento a Scala (il 30 novembre 2017) ha visto un’aula consiliare piena di aspiranti “contadini custodi” dell’antica varietà Re Umberto, conosciuto anche qui come Fiascone. Tanti gli anziani che ricordano la sua presenza e la sua coltivazione.
“E’ un progetto in cui crediamo – afferma Luigi Mansi, sindaco di Scala – anche come presidente della Comunità Montana mi auguro che possa contribuire a far rinascere un’intera fetta di economia e far ritornare coltivati i nostri terrazzamenti. Noi vi saremo vicini”. Anche Ricciotti Mansi, attuale vice presidente della Pro loco (un tempo assessore all’agricoltura della vecchia Comunità Montana, quella che abbracciava tutta la Costa) spende parole di apprezzamento intorno a quello che è un vero e proprio programma contro l’abbandono della terra. “Un plauso va tutto all’associazione Acarbio che ha fatto un incredibile lavoro sulla nostra biodiversità – dichiara Ricciotti – e questo va riconosciuto e dato merito. Scala saprà far rivivere di nuovo questo antico seme, tanti qui ne hanno ancora un vivido ricordo”.
E mentre scorrevano le immagini dei “contadini custodi” di Tramonti e il lavoro fatto fin qui, Vincenzo Sannino, presidente dell’associazione Acarbio, ha raccontato la storia, la sfida fatta, il percorso che ha portato il Re Fiascone ad essere ora presente anche a Parigi, New York, Montreal: “La qualità eccelsa di questo pomodoro è un elemento indiscutibile – spiega Sannino – ed anche il tipo di coltivazione bio, e in terreni salubri, è quello che vogliamo sempre di più garantire anche con la sottoscrizione di un disciplinare di coltivazione”. Ed è grazie al Crea Of di Pontecagnano, e all’agronoma Rosa Pepe che con il progetto RGV-FAO è stato possibile caratterizzare il seme, seguire le varie fasi della produzione.
Un lavoro che prosegue da più di cinque anni: “Abbiamo ancora molto da fare – sottolinea Rosa Pepe – la nostra biodiversità rurale è un aspetto importante che va sempre più fatto conoscere e valorizzato. Come Crea Of siamo sempre accanto a queste iniziative che danno nuovi stimoli all’agricoltura su territori dove si tende ad abbandonare la terra. Ora lavoreremo al disciplinare di coltivazione e seguiremo come sempre tutti i “custodi” di questo seme”. In tutto questo lavoro non è da meno la parte tecnico-burocratica. L’importanza della “rete” resa possibile anche grazie alla presenza del Comitato dei Distretti Rurali Integrati e in Rete: “Questo progetto ne abbraccia tanti altri – spiega il presidente Anna Pina Arcaro – in modo armonico e condiviso, perché in un’epoca di globalizzazione e di risorse economiche dove si punta tutto sulle “grandi aziende”, fare rete in un territorio come la Costiera amalfitana, dove esistono solo piccoli proprietari terrieri, diventa vitale il convogliare idee e risorse che siano in grado di dare una spinta all’economia rurale”. Perché anche il turismo senza agricoltura non potrà esistere. Soprattutto in un territorio dove i terrazzamenti rappresentano l’architettura paesaggistica che lo rendono unico.